Conoscevo già Moira Doyle, avendo letto il suo primo lavoro, The Accident Season. Se ricordate la mia recensione di quel libro, saprete che ciò che mi aveva colpito di più della storia era l'atmosfera surreale e magnetica del libro. Ecco, Spellbook of the Lost and Found in questo non è molto diverso da The accident season, ma ha un qualcosa tra le sue pagine che me l'ha fatto adorare ancora di più.
“Be careful what you wish for;
Not all lost things should be found.”
Il libro è incentrato intorno alle vite di diversi adolescenti, inizialmente sconnesse tra loro. Tutto comincia quando tre ragazze, Ash, Holly e Laurel, trovano un libro di incantesimi e ne mettono in atto uno per ritrovare cose perdute. Ma tralasciano una parte dell'incantesimo: per ogni oggetto ritrovato, qualcosa deve essere sacrificato, o la magia deciderà da sola cosa prendersi in cambio. Intanto, Olive e la sua migliore amica Rose iniziano a perdere le loro cose, insieme agli altri abitanti della città , e cercano di capire il perché di queste scomparse.
Lo stesso succede a Ivy, Rowan e sua sorella Hazel. Strani eventi fanno sì che i cinque ragazzi si incontrino. Insieme, proveranno a rimediare a ciò a cui Ash, Holly e Laurel hanno dato inizio.
La trama sembra confusa e non nascondo che nelle prime pagine il lettore non ha la minima idea di cosa stia accadendo: abbiamo almeno cinque punti di vista diversi, con varie timelines ed eventi che si incrociano o che vengono narrati con prospettive differenti. All'inizio può essere difficile seguire tutto, ma la scrittura della Doyle rende impossibile abbandonare la lettura.
“If you’re not careful you can spend your whole life looking for what you’ve lost.”
La storia è ambientata nella campagna irlandese, tra foreste che nascondono angoli magici e misteriosi (in questo, mi ha ricordato un po' The raven boys), fiumi che scompaiono e compaiono e case vecchie di secoli. Come mi era successo con The Accident Season, anche qui la cosa che più ho adorato è il fatto che tutta la narrazione si basa sulle percezioni dei protagonisti, che molte volte sono distorte. Non sappiamo bene cosa stia accadendo, e anche se ci sono eventi decisamente soprannaturali, per la maggior parte non sappiamo se quello che leggiamo è reale o è solo frutto della mente del personaggio.
Lo stile della Doyle è molto scorrevole ma allo stesso tempo poetico e pieno di metafore. Lascia diversi indizi nel corso del libro e incastra tutto insieme nelle ultime pagine. Non viene lasciato nulla in sospeso, essendo un auto conclusivo, quindi il finale risponde a tutte le domande sollevate durante la lettura.
The spellbook of the lost and found è un libro coinvolgente e veloce da leggere, con un'aria di mistero (e a tratti di inquietudine) che lo rende perfetto per questa stagione. Se amate il genere del realismo magico e cercate un young adult un po' diverso dal solito, questa lettura fa per voi!
Difficoltà in lingua - medio/bassa (ambientato in Irlanda quindi c'è un po' di slang presente, ma niente di troppo incomprensibile)